Quei "sì" mai pronunciati e un settore finito in croce

L'emergenza del Coronavirus investe anche il settore dei matrimoni. Lo sanno bene i commercianti e gli artigiani del settore anche nella Bassa. Siano essi produttori di bomboniere, ristoratori, ma anche fotografi e sarti specializzati in abiti da sposa.

Giornale di Treviglio 020520 Sposimmagine

"Siamo vivi e quindi fortunati, ma per i prossimi due anni saremo in ginocchio". Non fa giri di parole Sabrina Piantelli, 47 anni, titolare di Sposimmagine di Arzago. "La situazione per il settore cerimonie è disastrosa. Sono titolare di un negozio che vende abiti da sposa ma anche di un'agenzia di wedding planner ed organizzazione eventi quali fiere per gli sposi, quindi sono stata colpita su due fronti" - ha raccontato.
 
"Per quanto riguarda le cerimonie di aprile, maggio e giugno sono state tutte spostate in autunno o alla primavera dell'anno prossimo. Con il negozio chiuso non ho potuto incassare acconti nè acquisire nuovi clienti, quindi oltre ad aver perso questa stagione sarò penalizzata anche per l'anno prossimo. Non solo: noi compriamo le collezioni in anticipo, nel 2021 saranno fuori moda e le dovremo svendere. Anche comunioni, cresime e battesimi sono mancati. Ho solo spese fisse: affitto negozio, bollette e rata mutuo per l'acquisto delle collezioni. Aiuti dallo stato nulla, finora. I 600 € dell'INPS non sono ancora arrivati, in ogni caso avrei preferito buoni spesa perché saranno subito trattenuti dalla banca" - ha spiegato. "Le imprese possono chiedere un finanziamento garantito dallo Stato con tasso interessante ma, a parte la mole vergognosa di documenti da presentare, dovrei pagare rate anticipate di quattro mesi alla volta. Assurdo". Quanto all'organizzazione di eventi è pure peggio. "La fiera alla Villa Borromeo di Cassano è rimandata al 18 ottobre 2020" - ha affermato - "dovevo incassare gli affitti degli spazi espositivi invece nulla e so che alcuni espositori non parteciperanno più. La campagna pubblicitaria intanto era già stata pagata e non sarà rimborsato quasi nulla. Dovrò rifarla da zero, 12-13 mila euro ma certo l'affluenza non sarà la stessa".
 
 
Molti matrimoni non si faranno più. "Più del 50% delle coppie che dovevano essere seguite nella scelta della location e ricevere consulenze sui fornitori hanno cancellato le nozze" - ha rivelato l'imprenditrice - "Lo stesso vale per gli stranieri che volevano sposarsi in Italia. C'è molta incertezza, inoltre alcuni hanno perso dei familiari e quindi hanno cancellato tutto o rinviato di oltre un anno, altri sono in difficoltà economica e non possono più affrontare certe spese. La voglia di festeggiare è poca. Per fortuna ho solo collaboratori ma i risparmi sono stati polverizzati. Con i colleghi stiamo promuovendo delle petizioni per farci sentire, il nostro settore è stato ignorato. Siamo delusi sia dallo Stato che dall'Europa".

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